Più vado avanti e più mi rendo conto che nella programmazione dell'allenamento della corsa ci sono, tra le tante cose, due ordini fondamentali: la capacità dell'atleta di essere razionale e valutare tutti gli aspetti della realtà che lo circondano ovvero la condizione fisica, gli impegni familiari, gli "acciacchi", le condizioni meteo, le gare affrontate e da affrontare. L'altro ordine è l'incapacità (dovuta a vari motivi di ordine empatico e di conoscenze scientifiche) di alcuni allenatori nel programmare i propri atleti procurando, non raramente, danni fisici a volte seri.
Orami sono certo: ad un certo punto l'atleta si "ammala" patologicamente di "corsite" ovvero l'incapacità di gestire in modo razionale la propria passione della corsa. Potrei fare tanti esempi che quotidianamente vedo e sento ma preferisco evitare...
Posso solo dire che gli atleti, spesso, commettono sempre gli stessi errori.
Allora cosa fare...
A mio avviso bisogna dare importanza a :
1. l'età cronologica (dopo i cinquant'anni massimo due lavori a settimana compreso la gara). Massima attenzione alle gare sollecitanti: campestri, gare con discese ripide, uso di scarpe chiodate in pista.
2. il recupero tra un lavoro tirato e l'altro (almeno due-tre giorni)
3. il recupero tra una gara e l'altra (l'ideale 2 gare al mese)
4. le condizioni meteo: non si possono fare lavori tirati con condizioni meteo proibitive, pena il rischio di perdere almeno due settimane di lavoro serio.
5. non fare lavori tirati con dolori persistenti a tendini oppure muscoli degli arti inferiori
6. non fare lavori tirati in condizioni fisiche precarie: raffreddore forte (soprattutto se in fase iniziale e centrale), sintomi influenzali.
7. nel dubbio se fare o meno un lavoro tirato è molto meglio la seconda scelta
8. imparare a correre a sensazione, ovvero il programma di allenamento non è "la cosa giusta è vera, sempre". Se mi accorgo che sono troppo stanco, parto, vedo come girano le gambe, controllo i battiti, vedo come reagisco mentalmente e poi decido se proseguire il lavoro oppure lo modifico cammin facendo.
9. se durante un allenamento mi viene un dolore che non mi passa, rallento. Se continua, mi fermo e torno casa!
10. se il dolore continua anche camminando mi fermo almeno tre giorni e poi riprovo. Se il dolore persiste, mi fermo subito e vado da un fisioterapista che fa questo mestiere con i corridori almeno da vent'anni oppure da un professionista che, sono certo, abbia trattato correttamente altri atleti.
Avrei altri punti da trattare ma li conservo per un prossimo post.
Buona corsa...
Ottimo memorandum! :) tranne le gare ogni giorno fortunatamente mi ritengo allora un buon runner! :)
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